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Quando andrò in menopausa? Svelati i geni che predicono la fine dell’età fertile

Individuate quasi 300 variazioni genetiche e 80 geni capaci di influenzare l’inizio menopausa. Lo studio apre la strada a nuove strategie per stimare, e potenzialmente anche ritardare, la fine della vita riproduttiva femminile.

Lmenopausa è una tappa fondamentale nella vita di una donna. Il calo degli estrogeni determina la fine del ciclo mestruale e, di conseguenza, il termine della vita riproduttiva. Si tratta di un passaggio molto delicato per le donne, spesso accompagnato da ansie, inquietudini e paure.

Mentre negli ultimi 150 anni l’aspettativa di vita si è considerevolmente allungata, l’età della menopausa è rimasta sostanzialmente ferma attorno ai 50 anni e oggi sempre più donne sentono il desiderio di procrastinare la fine della loro vita riproduttiva.

Quando andrò in menopausa? Lo studio genetico

Un ampio studio internazionale, coordinato dall’università di Cambridge con altre 180 istituzioni in tutto il mondo tra cui anche alcuni enti di ricerca italiani come il Cnr di Cagliari, il Burlo Garofolo di Trieste e il San Raffaele di Milano, ha individuato i geni e le mutazioni coinvolti nella regolazione dell’attività riproduttiva femminile. La ricerca, pubblicata su Nature, fornisce un primo importante strumento per prevedere l’età della menopausa e apre la strada a nuove prospettive di intervento per posticiparne l’inizio.

La menopausa è scritta nel DNA

Per individuare i geni e le mutazioni implicati nella regolazione della durata della vita riproduttiva femminile, i ricercatori hanno analizzato i dati genetici presenti in due banche dati diverse e appartenenti ad oltre 210 mila donne di origine europea e 80mila donne di origine asiatica, entrate in menopausa tra i 40 ed i 60 anni. I risultati di quest’analisi hanno permesso di identificare 290 varianti genetiche associate alla durata della vita riproduttiva femminile, distribuite su 80 geni diversi.

Menopausa e perdita di ovociti

Ogni donna nasce con un numero determinato di ovociti che diminuiscono gradualmente con l’età. Molti dei geni individuati nello studio sono coinvolti nei processi di riparazione del DNA e di morte cellulare, suggerendo pertanto che questi processi siano fondamentali nel controllare il numero e la perdita degli ovociti che accompagna la menopausa.

Come agiscono i geni che modulano la menopausa

Per chiarire il coinvolgimento e il meccanismo di azione dei geni individuati, i ricercatori si sono focalizzati su due di questi geni, CHEK1 e CHEK2, coinvolti nei processi di riparazione del DNA e di controllo del ciclo cellulare.

Utilizzando un modello animale, il team di ricerca ha dimostrato che questi due geni hanno un notevole impatto sulla riserva ovarica e sulla fertilità. In particolare, la sovra-espressione di CHEK1 è in grado di aumentare la riserva ovarica iniziale e allungare il periodo fertile, mentre l’eliminazione di CHEK2 consente agli ovociti di sopravvivere più a lungo, prolungando la vita riproduttiva del 25%. Un dato in linea con l’osservazione che le donne prive del gene “Chek2” entrano in menopausa circa 3,5 anni più tardi.

La menopausa precoce e l’impatto sulla salute

Il team ha inoltre esaminato l’impatto della menopausa precoce sulla salute, dimostrando che la fine prematura della vita riproduttiva aumenta il rischio di diabete di tipo 2, fratture e osteoporosi, mentre può ridurre la probabilità di sviluppare di alcuni tipi di tumore, quali il cancro al seno e alle ovaie, influenzati dagli ormoni sessuali.

Gli sviluppi futuri

L’età della menopausa è fondamentale per la fertilità e influisce sulla salute e sull’invecchiamento delle donne. Questo studio getta una nuova luce sui meccanismi genetici responsabili della variabilità della vita riproduttiva femminile e i geni identificati potrebbero essere utilizzati per individuare le donne a rischio di menopausa precoce e con maggiori difficoltà nel rimanere incinte naturalmente.

Gli studi sui modelli animali hanno inoltre dimostrato che modulando l’attività di alcuni dei geni identificati è possibile influenzare la durata del periodo fertile e queste conoscenze potrebbero portare a nuove strategie per il trattamento dell’infertilità e per la prevenzione e cura dei problemi di salute legati alla menopausa.