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Contraccezione e allattamento: quando e quali anticoncezionali si possono assumere?

Secondo la letteratura scientifica, avere una gravidanza prima dei 18-24 mesi da quella precedente aumenta il rischio di complicazioni nella gravidanza successiva. Nelle prime 6 settimane dopo il parto, in assenza del ciclo mestruale si riduce la fertilità della donna, periodo che può protrarsi fino a 6 mesi se la donna allatta al seno in modo esclusivo. Tuttavia, questo metodo, non è ritenuto affidabile per il controllo delle nascite.

Perché parlare di contraccezione subito dopo il parto?

«Voler riprendere i rapporti sessuali dopo la nascita del proprio bambino è assolutamente normale e fa bene all’intimità della coppia. Se la coppia ha rapporti sessuali liberi, però, potrebbe attendersi nuove gravidanze fin dal primo anno dopo il parto. Per questo motivo, parlare di contraccezione già nella visita post-partum con il proprio ginecologo è raccomandato sia per evitare i rischi di una gravidanza ravvicinata , sia per scegliere il contraccettivo più adatto alle proprie caratteristiche, fin dalle prime settimane.

Ad esempio, nelle donne che allattano o presentano fattori di rischio per trombosi, i metodi di controllo delle nascite che contengono sia estrogeni che progestinici, come la pillola anticoncezionale combinata, possono aumentare il rischio di trombo-embolia venosa che nelle prime 3 settimane dopo il parto è alto, per poi diminuire lentamente fino a tornare ai valori basali entro le 6 settimane. Invece, il preservativo maschile o femminile, usato correttamente, può essere liberamente usato alla prima ripresa dell’attività sessuale dopo il parto».

Anticoncezionali: quali e quando dopo il parto?

«Se la donna non allatta al seno e non sono presenti fattori di rischio per trombosi, in genere, a 3 settimane dal parto possono essere consigliati diversi metodi contraccettivi che, se usati correttamente, hanno efficacia superiore al 99%, come la pillola combinata, l’anello vaginale, il cerotto contraccettivo. In caso di allattamento al seno, invece, per evitare il passaggio degli estrogeni nel latte, e quindi al bambino, il ginecologo potrà consigliare una pillola con solo progestinico (mini-pillola), sicura come quella combinata estro-progestinica. La pillola di solo progestinico, che rappresenta la prima scelta nella donna che allatta, ha anche il vantaggio di non aumentare il rischio di trombosi e di non influire sulla lattazione o sulla crescita del neonato.

In genere, è consigliato attendere almeno 4 settimane dopo il parto prima dell’inserimento di una spirale (IUD IntraUterineDevice), in modo da dare all’utero il tempo di tornare ad avere un volume simile a quello di prima della gravidanza e quindi ridurre il rischio che la spirale una volta collocata, possa dislocarsi, perdendo l’efficacia contraccettiva. Questo vale soprattutto se il parto è avvenuto con taglio cesareo perché la presenza di una cicatrice nella parete uterina rappresenta un punto di minor resistenza, e occorre che questa guarisca perfettamente prima. Quindi meglio aspettare un periodo più lungo fino a tre mesi dopo il parto».