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Le cause dello spotting e quando c’è da preoccuparsene

Con il termine “spotting” in ambito ginecologico si fa riferimento a quelle perdite di sangue anomale che si possono verificare nel periodo premestruale e non solo.

“Spot” letteralmente significa “macchiare”. Queste perdite ematiche possono provocare inevitabilmente disagio. “Di solito lo spotting suggerisce di indagare per capire cosa non funziona correttamente. Infatti potrebbe trattarsi di un episodio sporadico. Potrebbe anche indicare la presenza di un campanello d’allarme per patologie importanti”.

Quali sono le cause dello spotting

Generalmente si possono verificare due tipologie di spotting, quello definito intermestruale o quello dopo i rapporti sessuali a seguito di lesioni. Solitamente lo spotting intermestruale si presenta prima dell’inizio del ciclo e dura circa quattro giorni. Il colore delle macchie di sangue in questo caso è solitamente marrone scuro Tra le possibili cause di questo fenomeno ematico vi sono alcune malattie sessualmente trasmissibili, in particolare la clamidia.

Se si hanno rapporti sessuali occasionali e/o non protetti sarebbe opportuno sottoporsi a un test delle malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre questo problema può essere legato ad un aborto spontaneo recente oppure alla secchezza vaginale. Persino lo stress può rendere molte donne tendenzialmente più predisposte allo spotting.

Le perdite di sangue possono nascondere anche problematiche più serie come la sindrome dell’ovaio policistico o la presenza di polipi o fibromi all’interno dell’utero. È bene tenere sotto controllo questo fenomeno soprattutto con l’avanzare dell’età.

Cosa fare in caso di spotting

“È importante capire innanzitutto di cosa si tratti. Il modo più semplice è tenere traccia dei cicli in un calendario (le nuove app sono molto utili per questo) e monitorare quando si verifica una perdita di sangue al di fuori del regolare ciclo mestruale. È necessario verificare anche se la perdita è leggera (“spotting”) o più abbondante e quanto dura. Il sanguinamento tra le mestruazioni può essere comune nelle giovani donne che assumono contraccettivi ormonali, in caso di dimenticanza o perché quel tipo di pillola può essere troppo “leggera” per quella persona, ma anche in caso di assunzione della pillola contraccettiva di emergenza. La mia raccomandazione è di controllare anche se si verifica a metà tra i cicli. In questo caso questo fenomeno ematico è noto come sanguinamento ovulatorio. In alcuni casi può associarsi anche a dolori pelvici”: è la raccomandazione dei ginecologi.

Quando lo spotting si presenta nell’arco di due mesi è opportuno consultare uno specialista. “È bene tenere un registro dei sanguinamenti per capire se sono associati a condizioni particolari (per esempio dopo i rapporti) o se si verificano sempre nello stesso periodo (metà ciclo, prima del ciclo o dopo il ciclo). Inoltre bisogna ricordarsi se abbiamo cambiato di recente la contraccezione, se ci si è dimenticato una pillola o si è preso una contraccezione di emergenza”: consigliano i ginecologi.

Una volta consultato il ginecologo sarà suo compito decidere se far eseguire alla paziente un prelievo di sangue e/o un tampone vaginale per sondare l’eventualità di un’infezione come causa scatenante del problema. “Quasi sempre in caso di sanguinamenti al di fuori del normale ciclo mestruale si esegue un test di gravidanza e un’ecografia pelvica, possibilmente transvaginale. Se si sta prendendo la pillola anticoncezionale invece il medico potrà anche decidere di sostituirla con un’altra per vedere se si risolve il sanguinamento. I trattamenti più appropriati in tutti gli altri casi saranno decisi dal medico”.